La vera ricchezza: ambiente e turismo

LE TERRE di Siena, da sempre green, patria del verde paesaggio che ne fa meta prediletta del turismo mondiale, si tingono ora di arancione. Perché lunedì scorso a Genova il Touring Club ha festeggiato i venti anni del riconoscimento ‘Bandiera arancione’ e annunciato le assegnazioni per il nuovo triennio, 2018-2020. E nell’occasione la Toscana e le terre di Siena hanno superato la concorrenza, un po’ come l’alunno che supera il maestro: la Toscana infatti con 38 Bandiere arancioni è la prima regione d’Italia e la provincia di Siena, con ben 16 località confermate, è la più ‘arancione’ d’Italia. Appuntamento che si è svolto a Genova perché è qui che tutto è nato, su impulso dell’assessorato al turismo della Regione Liguria, con l’obiettivo di valorizzare i borghi dell’entroterra, allora dimenticati dal turismo. Vent’anni dopo il programma è una realtà consolidata che oggi coinvolge 227 Comuni, che sono appena l’8 per cento dei 2.838 candidati alla bandiera. L’eccellenza dei borghi – sotto i 15mila abitanti – che non sta solo nella targa da apporre all’ingresso dei paesi, ma che è obiettivo in continua evoluzione, cammino, verso quello sviluppo sostenibile che è sinonimo oggi di qualità di vita e anche meta prediletta del turismo. L’assegnazione delle bandiere da parte del Touring avviene infatti ogni tre anni e avviene valutando servizi, caratteristiche e dotazioni dei Comuni, a favore dei cittadini e degli ospiti. Un percorso dunque verso il miglioramento che ha visto in questi anni l’apertura di nuove strutture ristorative nel 79% dei Comuni premiati, gli arrivi di turisti sono aumentati in media del 45%, le presenze del 38%: dunque il turismo affina le sue località e queste traggono vantaggio dal gradimento. Valorizzazione del patrimonio culturale, tutela dell’ambiente, ottima ospitalità e risorse incredibili sono i punti di forza riconosciuti ai Comuni cui va la Bandiera arancione. Ma quali sono i borghi senesi al top per qualità? Sono appunto 16. Le prime bandiere sono del 2003, con riconoscimento di Casole d’Elsa, Cetona, Montalcino, Montepulciano, Radda in Chianti e Trequanda. Cui si sono aggiunte negli anni successivi Monteriggini, Murlo, Pienza, San Casciano Bagni (2004), Castelnuovo Berardenga, San Gimignano (2005), Montefollonico (frazione di Torrita di Siena) e Radiconfani (nel 2007), per arrivare ai più recenti, Sarteano nel 2010 e Chiusi nel 2014. Una realtà d’eccellenza diffusa, dunque, dalla Valdelsa alla Valdorcia: un palcoscenico naturale tra cielo e terra, campagna e vigneti, «dove pievi e borghi – la descrizione di Visit Tuscany – emergono come isole nel grande mare di terra, a creare uno dei paesaggi più belli d’Italia». In questa cornice unica al mondo si trovano infatti San Gimignano con le sue torri, Montalcino patria del Brunello, ma anche Monteriggioni, il castello perfettamente conservato alle porte di Siena, e ancora Castelnuovo Berardenga, Radda in Chianti, Trequanda e Cetona, dove la natura incontra la storia. Nel cuore della Val d’Orcia uno dei centri storici più incredibili al mondo, Pienza, la città ideale del Rinascimento; ma anche Sarteano, con le sue origini etrusche, Radicofani, ultima tappa toscana della Francigena, e Montepulciano patria del Nobile; Chiusi, con il suo labirinto di Porsenna e il piccolo borgo di Montefollonico dove si produce il tipico Vin Santo; poi Murlo, fino alle due estremità della provincia, San Casciano Bagni da una parte e Casole d’Elsa dall’altra.

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