Sei Toscana: ne assumiamo 150 C’è l’intesa, subito la prima tranche

IL BRACCIO DI FERRO termina nel pomeriggio di ieri a Siena: Sei Toscana, l’azienda che gestisce il ciclo dei rifiuti in area vasta, annuncia la prossima assunzione di 150 persone. Con i sindacati c’è la firma di un verbale di condivisione di un programma che prevede diversi step. Per iniziare c’è l’assunzione ad ottobre di 45 lavoratori a tempo indeterminato, individuati secondo l’ordine della graduatoria dell’accordo sindacale del marzo scorso. Poi l’azienda si impegna ad assumerne altri 30 a tempo determinato, entro la fine di ottobre, con diritto all’assunzione a tempo indeterminato dal 1 gennaio 2019. In questo mese saranno poi verificate le esigenze dei cantieri, con l’assunzione di ulteriori 25 persone. A questi cento si aggiugeranno altre 50/60 unità con la forma contrattuale più idonea. C’È PERÒ una condizione, condivisa da Società e organizzazioni sidacali, con tanto di messaggio inviato a Comuni e Ato: «E’ necessario avere al più presto un ‘Piano d’Ambito’ – chiede Sei – documento strategico che consentirà finalmente di programmare l’attività nel medio lungo periodo. E che si risolvano in tempi brevi tutti i contenziosi in essere, in primis quello relativo al ritardo di pagamento dei Comuni, che ha portato alla maturazione di interessi di mora di circa 6,5 milioni di euro, raggiungendo un accordo con l’Autorità di Ambito. In modo da ripristinare le condizioni di equilibrio economico e finanziario della concessione». Prima dell’intesa, davanti alla sede senese di Sei in via Simone Martini, era sfilata la rabbia, per quei 7-8 anni di lavoro precario sfumati il 4 agosto, quando la società aveva fermato i contratti interinali scaduti. Dentro, intanto, i vertici aziendali discutevano con le rappresentanze sindacali su numeri e tempi con cui sciogliere il nodo occupazione: ore di trattativa e di tensione, prima dell’annunciodella prossima assunzione di 150 operatori. AL PRESIDIO hanno partecipato oltre cento lavoratori, provenienti anche dalla provincia di Arezzo. «Non ci potete trattare come spazzatura», si leggeva negli striscioni. Poi, nel pomeriggio i sindacalisti, escono dalla sede e Sei Toscana e annunciano svolta.

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