Rifiuti alla ricerca di una discarica Cova la rivolta dei sindaci e degli Ato

PIENI POTER I alla giunta regionale per trasferire i rifiuti da una parte all’altra della Toscana? Per ora il Consiglio regionale frena e chiede di parlarne prima con i sindaci che, nel frattempo, sono già sul piede di guerra. Non si fermano le polemiche sulla gestione degli scarti urbani, in particolare quelli di Firenze, Prato, Pistoia e relativi dintorni, destinati a «migrare» altrove. Lo scorso 28 giugno il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha firmato un’ordinanza decidendo dove e come smaltire le circa 20mila tonnellate di scarti che, nei prossimi sei mesi, non potranno essere gestite dalla Toscana centrale. Andranno verso gli Ato Sud e Costa: agli impianti Tmb (Trattamenti meccanici biologici) di Massarosa, Massa, Legoli e Terranuova Bracciolini e poi nell’inceneritore di Poggibonsi e nelle discariche di Terranuova Bracciolini e Peccioli. Ma la giunta toscana è andata oltre, elaborando una proposta di legge che, se approvata dalla Commissione regionale e dal Consiglio, le avrebbe dato pieni poteri su come smistare sistematicamente i rifiuti fra gli Ato, i tre grandi «ambiti» in cui è divisa la Toscana. IERI PERÒ è arrivata una brusca frenata da parte della Commissione Ambiente del Consiglio regionale. Il presidente, Stefano Baccelli (Pd), vuole prima parlarne con i sindaci. «Il meccanismo di accordi tra diversi ambiti non ha funzionato bene – spiega – e bisogna trovarne uno nuovo. La pianificazione generale deve essere gestita dalla Regione, ma la gestione deve essere svolta dai Comuni, magari organizzati in sub-ambiti più piccoli. Occorre poi una norma transitoria in attesa del nuovo piano regionale dei rifiuti. Per questo abbiamo accolto la richiesta di confronto con i tre Ato. Un percorso che riteniamo imprescindibile». Ancora più netti i consiglieri regionali del senese, una delle zone in cui infuria la polemica. «Sul tema dei rifiuti serve un approfondimento, una condivisione, un percorso da fare insieme alle istituzioni, ai sindaci dei territori – dicono Simone Bezzini e Stefano Scaramelli (Pd) -. Una legge che destina rifiuti in un Ato o in un altro senza dialogo con gli interessati non verrebbe capita». Intanto il Consiglio direttivo di Ato Toscana Sud ha votato un atto di indirizzo che sarà oggi sottoposto al voto dei 104 sindaci delle province di Siena, Arezzo e Grosseto. Esprime «forte dissenso sulla proposta di legge della giunta». «Non siamo stati minimamente coinvolti - dicono dall’Ato - nonostante il pesante impatto negativo del provvedimento». Insomma il fatto che i rifiuti di altre zone arrivino qui non è affatto gradito. E ALL’ATTACCO vanno anche le opposizioni. «Se gli Ato vengono scavalcati – dice la consigliera Elisa Montemagni (Lega) – vuol dire che non funzionano. E in ogni caso non si può scaricare il problema sui territori, senza neppure coinvolgerli». «La manovra con cui Rossi e il Pd regionale stanno cercando di scavalcare gli Ato è inaccettabile e pericolosa – continua Paolo Marcheschi (Fdi) -. Quanto sta accadendo in queste ore con la rivolta di sindaci, amministratori e Ato, è la fotografia del fallimento della giunta toscana».

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