Ambiente e clima che cambia, il bilancio di metà legislatura della Regione Toscana

Guerra dichiarata all’inquinamento, vuol dire riduzione drastica delle polveri sottili (PM10) e biossido di azoto (NO2). Il Piano regionale per la qualità dell’aria (PRQA) che individua le principali cause dell’inquinamento e le aree più critiche, lavora per questo. Il suo principale obiettivo: portare a zero la percentuale di popolazione esposta a livelli di inquinamento oltre i valori limite di particolato fine PM10 (oggi siamo al 17,2% e riguarda i territori della Piana lucchese, Valdinievole, la Piana tra Prato e Pistoia e Valdarno Superiore) e di biossido di azoto NO2 (oggi siamo al 9,3% e riguarda l’area urbana del Comune di Firenze).La principale causa di inquinamento da PM10 è rappresentata dalla combustione delle biomasse (tra il 43% ed il 53%). La seconda causa è il traffico che contribuisce tra il 16% e 18% all’inquinamento da PM10.Tra le azioni di contrasto: politiche di incentivo per l’utilizzo del trasporto pubblico locale, promozione dei veicoli elettrici; divieto per le nuove costruzioni nelle aree critiche dell’utilizzo di biomassa per il riscaldamento, e impianti a biomassa di elevata efficienza, Carabinieri forestali per controllare il rispetto delle ordinanze di divieto di abbruciamento all’aperto; educazione e sensibilizzazione per comportamenti e stili di vita ambientalmente sostenibili.Un fondo da 200 milioni presso l’Autorità idricaUn fondo presso l’Autorità Idrica Toscana per finanziare le opere antisiccità in quelle zone dove ancora si registrano problemi.E’ quanto prevede la proposta di legge approvata dalla Giunta regionale che affronta il tema degli interventi infrastrutturali sulla rete idrica necessari e indispensabili per l’approvvigionamento idropotabile anche nelle zone dove le risorse sono più scarse, ed in quelle maggiormente colpite dai fenomeni legati alla siccità.Nella legge si stabilisce di costituire un fondo da 200 milioni presso l’Autorità Idrica Toscana, che sarà alimentato principalmente con i proventi della tariffa per il servizio idrico e da quello si attingerà per finanziare le opere strategiche regionali necessarie per assicurare approvvigionamento idrico in un futuro che sarà sempre più coinvolto dai cambiamenti climatici che suggeriscono quindi di disporre di riserve per l’uso idropotabile, almeno pari alla metà del consumo annuo della risorsa.Ad oggi i 7 gestori del Servizio Idrico Integrato gestiscono autonomamente i proventi delle tariffe che riscuotono, ed individuano le opere “locali” da realizzare all’interno del proprio ambito.Post-alluvione, piano da 35,5 milioniUn Piano degli interventi urgenti per il post alluvione da 35,5 milioni di euro, presentato dal commissario per Livorno, Enrico Rossi.C’erano 30 giorni di tempo per farlo dalla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Ordinanza 482 con cui il Capo dipartimento della Protezione Civile decideva i primi interventi urgenti in seguito all’alluvione del 9 e 10 settembre.L’ordinanza è stata pubblicata il 27 settembre. Prima dello scadere dei 30 giorni, ecco il Piano che utilizza tutti i 35,5 milioni di euro al momento disponibili, visto che 20 derivano dal bilancio regionale e 15,5 rappresentano lo stanziamento del Governo.Al lavoro per LivornoDopo l’alluvione che la notte tra il 9 e 10 settembre ha colpito Livorno facendo 8 vittime, il presidente Enrico Rossi viene nominato commissario delegato per gestire l’emergenza.L’ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione civile nazionale fa seguito alla delibera del Consiglio dei Ministri che, proclamando lo stato di emergenza nazionale, stanzia 15 milioni e 570 mila. Cifra che si somma ai 3 milioni deliberati dalla Regione il giorno seguente la tragedia. La stima dei danni complessivi ammonta a 180 milioni di euro.Subito dopo l’evento la Regione dà il via agli interventi, una quarantina di somma urgenza, tra cui, i più significativi, i due ponti sul Rio Ardenza, in località Limoncino e in via Remota, realizzati in collaborazione con RFI.L’attenzione si focalizza anche sui tombamenti, in particolare si chiedono alla Protezione civile nazionale poteri speciali per realizzare uno studio che consenta di ricostruire il corso originario del Rio Maggiore, tombato, per dargli nuovamente respiro e intervenire con demolizioni o sistemazioni.106 milioni contro le alluvioniSono 106 milioni di euro (64 statali e 42 regionali) le risorse destinate alle opere strategiche e più urgenti per proteggere Firenze, la sua area metropolitana e la Toscana dal rischio idraulico e idrogeologico.Dieci gli interventi individuati: cinque riguardano l’Arno nella città di Firenze e nella Città metropolitana e sono il completamento delle casse di espansione di Figline (74 milioni), gli interventi sui torrenti Mensola e Ema (15 milioni) e l’adeguamento dell’alveo del torrente Mugnone alle Cure di Firenze (5 milioni).Gli altri cinque sono relativi a lavori urgenti su corsi d’acqua o zone di elevata pericolosità idraulica del territorio toscano: la risagomatura del torrente Carrione a Carrara (2 milioni e 800mila euro), le casse di espansione sul fiume Era a Pontedera (7 milioni) e sul torrente Bicchieraia ad Arezzo (2 milioni e 300mila euro), il potenziamento dell’impianto idrovoro a Pisa (800mila euro).La ricostruzione della Lunigiana28 luglio 2017: viene tagliato il nastro di due opere attese da tempo, il ponte di Stadano, sul fiume Magra, e il primo lotto delle scuole di Aulla.Un passaggio di grande rilievo nell’opera di ricostruzione della Lunigiana devastata dalle alluvioni.Ammonta a 105 milioni di euro il Piano che la Regione Toscana ha varato in conseguenza dei danni subitiDi essi 85 milioni sono stati destinati a circa 50 diversi interventi, 10 milioni sono serviti per i rimborsi alle imprese, 5 milioni per gli alloggi di edilizia economica e popolare ad Aulla e 4 milioni sono stati individuati nell’ambito del Piano di sviluppo rurale.Non contando gli interventi effettuati in somma urgenza fin dal 26 ottobre 2011, all’indomani dell’alluvione, delle cinquanta opere finanziate 43 (ovvero l’86%) sono ormai ultimate.Contro la siccitàOltre 20 milioni di euro di interventi d’urgenza da realizzare in tempi brevi contro la siccità in Toscana, a partire da 22 nuovi pozzi. È quanto ha previsto un apposito decreto firmato dal presidente della Regione Toscana perché si possa procedere alla realizzazione di opere in urgenza.Anche in questo modo – oltre che con la costituzione di una speciale task force – il governo regionale ha risposto all’emergenza siccità dell’estate 2017. Con una consapevolezza, tuttavia, che precede questa situazione di siccità.Quello che è successo non è qualcosa di eccezionale e irripetibile, ma rimanda anche una generale evoluzione del clima. Per questo c’è bisogno di un piano straordinario che faccia fronte agli effetti dei cambiamenti climatici, con investimenti sia pubblici che privati.Il tema era già stato affrontato dal presidente Rossi in primavera, prima dell’emergenza siccità, in occasione della visita in Toscana del commissario europeo Phil Hogan.Vie navigabili più sicure ed efficientiProseguono i lavori di consolidamento delle sponde e manutenzione delle opere d’arte dei canali Burlamacca a Viareggio e Navicelli tra Pisa e Livorno, mentre sono in via di ultimazione i lavori per la foce armata dello Scolmatore d’Arno (due moli di protezione a mare, dragaggio interno agli stessi fino al ponte di Calambrone e ripascimento del litorale nord), realizzati grazie al finanziamento di 12 milioni di euro messo a disposizione dalla Regione Toscana.Sono tornate alla competenza della Regione, che le gestisce attraverso l’Autorità Portuale Regionale, le competenze sul Canale Burlamacca a Viareggio (dal 01 gennaio 2016) e le competenze sulle Porte Vinciane, il sistema di chiuse che separa lo Scolmatore d’Arno dal Porto di Livorno (dal 31 luglio 2017).Il ripristino del corretto funzionamento delle porte è stato effettuato dal Comune di Pisa grazie ad un contributo regionale di 430.000 euro erogato sulla base di uno specifico accordo sottoscritto il 12 aprile 2017.Argini puliti, fiumi sicuriIl cambiamento si vede già, a colpo d’occhio. Gli argini di molti fiumi toscani sono ripuliti come mai non lo sono stati.Un intervento di pulizia e manutenzione che è una delle condizioni essenziali per una maggiore sicurezza dei nostri territori. Tutto questo è stato reso possibile dall’approvazione dei piani di attività dei Consorzi di bonifica, finanziati nel 2017 con gli oltre 70 milioni del tributo di bonifica.L’altro aspetto è quello relativo alle opere. Nel 2016 sono partiti 200 interventi molti dei quali si concluderanno nel prossimo triennio per un totale di 195 milioni di euro.Dall’inizio del 2017 la Regione ha pubblicato le gare per l’avvio dei lavori di 7 interventi per un totale di circa 30 milioni di euro.Per un’energia pulitaMeno emissioni di carbonio per combattere i cambiamenti climatici e per avere aria più pulita.È un obiettivo che il governo regionale sta perseguendo con interventi mirati, quale un bando che nel maggio 2017 ha messo a disposizione 4 milioni di euro per una migliore efficienza energetica degli immobili delle imprese.Finora sono stati realizzati 130 progetti di efficientamento energetico degli immobili e dei processi produttivi realizzati dalle imprese e finanziati fino ad oggi in Toscana, con un investimento pari a 8 milioni di euro di risorse europee (fondi POR FESR 2014-2020).Un altro bando consente il finanziamento di progetti di efficientamento energetico degli immobili degli enti locali, delle Asl e delle Aziende ospedaliere, a cui sono destinati fondi comunitari pari a circa 30 milioni di euro.A seguito dei progetti finanziati l’energia risparmiata è pari a 5 mila tep (tonnellate equivalenti petrolio) e la CO2 risparmiata è pari a 13 mila tonnellate.di Regione Toscana.

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