I nuovi Testi Unici su partecipate e Servizi Pubblici Locali al seminario di Firenze

Utilitalia, la Federazione nazionale che riunisce le aziende operanti nei servizi pubblici dell'acqua, dell'ambiente, dell'energia elettrica e del gas, e Confservizi Cispel Toscana, hanno organizzato a Firenze lo scorso 14 marzo un seminario che si inserisce nel ciclo di incontri predisposto dalla Federazione e finalizzato alla più ampia diffusione presso le imprese associate, dei contenuti degli schemi dei decreti legislativi in materia di servizi pubblici locali di interesse economico generale e di società a partecipazione pubblica, noti come decreti Madia. I decreti legislativi rientrano nell’alveo della riforma della Pubblica amministrazione che, ha sottolineato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio Vincenti, intervenuto al seminario «è uno snodo chiave per il funzionamento del sistema economico». De Vincenti ha chiarito in particolare che con la riforma della PA in atto il governo intende «collocare la disciplina del lavoro nelle partecipate nell’ambito del diritto privato, superando un impasse che in questi anni ha depotenziato anche la contrattazione di secondo livello sulla produttività». La riforma prevede di arrivare dalle attuali 8000 partecipate a 1000, ed è un percorso, ha spiegato il sottosegretario «che richiederà tempo ma che avviamo da subito, con risultati che saranno visibili già nei prossimi mesi. I due Testi Unici, seguendo i tempi di legge, in massimo tre mesi e mezzo avranno concluso l’iter, e potremo così dare il via ad una riforma decisiva per la vita quotidiana». L’iter prevede il passaggio alla Conferenza unificata Regioni-Enti locali e del Consiglio di Stato, che hanno 45 giorni per esprimere il parere, dopo di che i testi dei decreti andranno alle Commissioni parlamentari, che hanno a disposizione 60 giorni per l’approvazione. «I decreti rappresentano un’occasione di riforma importante per mettere ordine nel sistema delle aziende pubbliche italiane a livello nazionale e locale» ha detto Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana, nell’introdurre il seminario. «Il decreto sui servizi pubblici locali -ha rilevato De Girolamo- definisce un’architettura solida per far fare al sistema un salto di qualità in termini industriali. Per prima cosa rafforza il sistema delle ATO e degli affidamenti di ambito, superando la gestione comunale e definendo regole chiare per la regolazione locale dei servizi» e «finalmente completa il quadro della regolazione nazionale, con l’introduzione dell’Autorità di Regolazione sui rifiuti. Una delle scelte più importanti delle nuove norme» perché «nessuna politica industriale è possibile in questi settori senza un’architettura di regolazione chiara e solida, ispirata al mercato e non alla politica». Il Presidente di Cispel Confservizi Toscana ha poi rilevato che nella riforma in atto «rimangono alcuni aspetti da migliorare». Tra questi la necessità di «distinguere fra società pubbliche che operano sul mercato (aziende che hanno vinto una gara, spa miste con gara, quotate in Borsa e aziende che operano su mercati concorrenziali) da quelle che lavorano in mercati protetti (strumentali). Le società – ha continuato De Girolamo - devono rispondere alle norme societarie (codice civile) e non alle norme della pubblica amministrazione, in particolar modo quelle che sono sul mercato, così come occorre distinguere bene le società strumentali da quelle che erogano servizi pubblici locali, per evitare contenziosi». De Girolamo ha poi indicato le altre proposte di Cispel Confservizi Toscana che andrebbero a migliorare i testi in discussione, in particolare: cambiare le norme sul personale escludendo dall’applicazione le società di mercato; rafforzare gli stimoli e gli incentivi per promuovere le fusioni, semplificando le procedure di fusione e incorporazione, definendo in modo preciso l’allungamento della concessione e definendo indicazioni chiare sulle quotazioni in Borsa; precisare meglio i vincoli degli affidamenti in house per evitare contenziosi ed infine operare con maggiore decisione sulla semplificazione e sul coordinamento dei testi. «Le norme - ha concluso De Girolamo – devono rappresentare non uno strumento burocratico, bensì uno stimolo per politiche industriali di questi settori, e i decreti Madia rappresentano un primo, decisivo passo sulla strada che dobbiamo percorrere».

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