Servizi pubblici, Toscana al top entro il 2020. All’assemblea annuale di Confservizi Cispel Toscana le richieste del settore al governatore Rossi

“Riforme strutturali e della regolamentazione dei settori, snellimento delle pianificazioni, riordino delle autorità locali di regolazione, riforma dell’Arpat, sburocratizzazione e semplificazione, sostegno agli investimenti. Poche e semplici richieste al nuovo Governo regionale da parte del sistema che rappresentiamo”. Così Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana, si è rivolto al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi nell’ambito dell’assemblea annuale dell’Associazione, nella quale è stato fatto il punto sullo stato dei servizi pubblici locali in Toscana. Nel corso dell’assemblea, De Girolamo ha presentato le proposte delle aziende di servizio pubblico – circa 200 aziende associate, 3 miliardi di euro di fatturato annuo, 15.000 dipendenti, 500 milioni di investimenti all'anno, il 2% del Pil regionale – per i prossimi cinque anni del rinnovato governo regionale. “Il Programma di governo da qui al 2020 espone con chiarezza alcuni obiettivi importanti – prosegue De Girolamo – linee di intervento per la produzione di energie alternative, gli obiettivi per il riciclaggio, gli investimento idrici, quelli per il rinnovo del parco bus e nell’edilizia residenziale pubblica. L’idea di una politica di integrazione delle aziende e al tempo stesso degli enti di regolazione ci trova d’accordo, così come la necessità di una riforma dell’Arpat e di un nuovo ruolo della Regione a seguito della abolizione delle province, specie nel campo ambientale. Condividiamo infine l’idea di un’azione di Governo fatta non solo di programmazione, ma promuovendo la realizzazione di progetti integrati”. Nel suo intervento, De Girolamo si è soffermato anche sul settore dei rifiuti. “Nel corso della scorsa legislatura si sono fatte scelte importanti: l’approvazione del Piano regionale, l’abolizione dei piani interprovinciali e lo spostamento sulla regione delle competenze autorizzative, la norma sulle autorizzazioni a carico termico degli impianti di termovalorizzazione che ha anticipato un’analoga norma nazionale. I recenti dati del 2014 indicano che è ripreso l’aumento della produzione di rifiuti dopo anni di decrescita ma dice anche che la Toscana è andata oltre il 50% di raccolta differenziata. Una soglia simbolica, che ci dice che nella sostanza l’obiettivo del 50% di riciclaggio al 2020 è vicino, e già centrato in alcune aree come la Toscana centro. I dati Ispra ci dicono che siamo la regione che spende meno a tonnellata per la raccolta ma che spende troppo in trattamenti e smaltimenti. Qui c’è un nodo di crisi che va affrontato subito”. Altro tema centrale, quello degli impianti: “Una sentenza assurda del Consiglio di Stato ha chiuso il più grande impianto di recupero energetico da rifiuti presente in Regione, quello di Scarlino. Un fatto grave, considerato che l’impianto non viene accusato di non rispettare le leggi sulle emissioni, ma viene considerato genericamente responsabile di alcuni dati, peraltro discutibili, relativi alle condizioni sanitarie della popolazione. L’impianto di Scarlino va riaperto al più presto, sulla base di un percorso condiviso con la Regione che sta andando avanti. Sarà così possibile rispettare le previsioni del recente Piano regionale di gestione dei rifiuti, che abbiamo apprezzato, con il riciclaggio al 60% il recupero energetico al 30% e l’uso della discarica ridotto ai minimi termini, come nei più avanzati paesi europei. L’obiettivo non è lontano. Nel programma di Governo – prosegue De Girolamo – abbiamo chiesto che venga inserito un “progetto speciale” per il distretto del riciclaggio, un progetto teso a rafforzare l’industria del recupero di materia in Toscana, già oggi molto forte, a favorire l’innovazione e la ricerca, ad espandere il suo raggio d’azione in settore ancora deboli come alcune plastiche e la frazione organica, a favorire la penetrazione dei prodotti riciclati nei mercati della pubblica amministrazione (green public procurement) e dei mercati privati (come il caso dell’accordo Revet Recycling/Piaggio). Un progetto speciale, che basandosi sulla storia industriale di questa regione può raggiungere obiettivi ambiziosi in termini economici e di occupazione qualificata, individuando finanziamenti ed incentivi, speriamo in conseguenza di scelte nazionali che introducano incentivi in un settore che non ne ha mai beneficiato, pur essendo il promo tassello della gerarchia ambientale europea”. De Girolamo ha chiuso il suo intervento sul percorso per l’individuazione dei gestori negli ATO Centro e Costa: “Al termine della stagione delle gare, sarà possibile avviare una riflessione sulla integrazione dei gestori toscani in una logica industriale, per arrivare finalmente ad un’industria toscana dell’ambiente, che potrebbe svolgere un ruolo importante anche nel settore dei rifiuti speciali e delle bonifiche”. Nel corso del convegno, sono stati presentati anche i risultati dell’indagine congiunturale condotta da Irpet e Unioncamere Toscana. I dati, relativi al 2014, testimoniano di un settore in salute, nonostante la crisi economica non ancora del tutto terminata. Complessivamente nel 2014 il fatturato ha evidenziato una crescita per il 52,0% delle imprese, stabile per il 21,5% ed in calo per il residuo 26,4%. Gli investimenti delle imprese toscane dei SPL sono risultati pari a circa 500 milioni di euro, in crescita del 5,0% rispetto al 2013, così come si segnala una lieve crescita (+0,2%) dell’occupazione.

Qui sotto i dati del rapporto Irpet.

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