È stata depositata dalla Corte di Giustizia Europea la sentenza che spiega le motivazioni che hanno condotto alla condanna dell’Italia ad una procedura d’infrazione per la non corretta gestione dei rifiuti. Oltre alla Campania, nel mirino della corte di Strasburgo anche il Lazio, ma la multa la pagherà l’intero paese e dunque i cittadini tutti. La colpa è quella di non avere garantito che la totalità dei rifiuti urbani conferiti nelle discariche del Sub-Ato di Roma, ad esclusione di Cecchina, e in quelle del Sub-Ato di Latina fossero sottoposti ad un idoneo trattamento ai sensi della normativa comunitaria sui rifiuti. E non sono state ritenute sufficienti le attività della Regione Campania – già sotto giudizio della Commissione -per ridurre l’avvio in discarica di rifiuti non trattati. Tutto questo rischia di costarci poco meno di 230 milioni di euro, 228 per l’esattezza. «Gli effetti della procedura di infrazione comunitaria per il mancato rispetto degli impegni assunti dalla Regione Campania- ha detto il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, durante l'audizione alla commissione parlamentare sulle Ecomafie - è stato calcolato e rischia di determinare una condanna al pagamento di una sanzione di circa 228 milioni di euro a carico dello Stato, cioè di tutti gli italiani». Il ministro Galletti ha poi ricordato che «molte delle procedure di infrazione aperte dalla Commissione Europea nei confronti dell'Italia riguardano il tema della gestione dei rifiuti» E se la situazione è «negli ultimi anni numericamente migliorata - ha continuato Galletti - restano le contestazioni che riguardano il nucleo centrale della gestione dei rifiuti». I casi emblematici, sui quali si è incentrata l'attenzione della Commissione, riguardano il problema delle discariche abusive, la gestione dei rifiuti in Campania, lo smaltimento in discarica di rifiuti non trattati e la mancanza di un sistema adeguato e integrato di gestione dei rifiuti domestici che consenta all'Italia di conseguire l'autosufficienza. "Resta il dato - ha sottolineato Galletti - che il nostro Paese gode di brutta fama a Bruxelles in questo campo e viene classificato al ventesimo posto su 27 Stati membri per quanto riguarda le gestione dei rifiuti. È una classifica di cui abbiamo contestato i criteri; ci troviamo però in grande difficoltà nel difendere un sistema Paese che, nonostante stia realizzando progressi importanti per una corretta gestione dei rifiuti a livello nazionale e locale, ha difficoltà a chiudere casi che - sia dal punto di vista mediatico che dal punto di vista legale- rappresentano evidenti criticità sul nostro territorio». Il fatto che la Campania abbia raggiunto nel 2012 il 41,2% di raccolta differenziata contro il 40% della Toscana (dati ISPRA 2013) è dunque l’ulteriore evidenza che la raccolta differenziata è condizione senz’altro necessaria ma non sufficiente a garantire un corretto sistema di gestione integrata dei rifiuti.