La lunga vicenda degli shopper approda in Gazzetta europea

È stata pubblicata in Gazzetta europea la Direttiva (UE) 2015/720 del Parlamento e del Consiglio europei in materia di riduzione del consumo di sacchetti monouso in plastica, con spessore inferiore a 50 micron. La nuova direttiva - che modifica la direttiva imballaggi 94/62/CE - considera le buste in plastica un “imballaggio” ed impone agli Stati membri di adottare misure per diminuirne in modo significativo l'utilizzo, in linea con gli obiettivi generali della politica sui rifiuti e con la gerarchia dei rifiuti stessa. La nuova direttiva riconosce le differenze esistenti nei Paesi Membri e le misure di riduzione dovranno tenere conto degli attuali livelli di utilizzo degli shopper in plastica e delle misure già adottate per ridurne l’impiego. Potranno essere previsti strumenti economici come la fissazione del prezzo, l’uso di imposte, oppure restrizioni alla commercializzazione. Gli attuali livelli di utilizzo di borse di plastica variano notevolmente nell'Unione: per differenti abitudini individuali, per la diversa coscienza ambientale e, non ultimo, per l'efficacia delle misure adottate dagli Stati membri per ridurne l’impiego. Alcuni Paesi – tra cui l’Italia - sono infatti già riusciti nell’intento di ridurre sensibilmente l’uso di borse di plastica, tanto che nei sette Stati più virtuosi l'utilizzo medio è pari a solo il 20 % dell'utilizzo medio nell'Unione. Il nostro Paese ha vietato l’utilizzo e la commercializzazione degli shopper in plastica già dal gennaio 2011, dimezzando il consumo di sacchetti usa e getta (da circa 180.000 ton nel 2010 a circa 90.000 nel 2013) e fornendo un’opportunità in termini di sviluppo tecnologico per le nostre imprese che sono diventate leader mondiali nella produzione di shopper biodegradabili. L’Italia potrà mantenere il proprio modello, mentre gli altri Paesi potranno seguire strade diverse per il raggiungimento del target indicato e avranno libertà nell’individuare le misure da adottare per la riduzione dell’impiego degli shopper in plastica ed eventuali restrizioni relative alla loro commercializzazione. Nel caso venga scelta la via della tassazione anziché quella del divieto, per evitare distorsioni o aggiramenti della direttiva, è richiesto che il costo dei sacchi riutilizzabili non sia inferiore ai sacchi usa e getta. Tutte le misure adottate dovranno comunque assicurare – a scelta - che il livello di utilizzo annuale non superi 90 borse di plastica di materiale leggero pro capite entro il 31 dicembre 2019 che diventeranno 40 entro il 31 dicembre 2025 o obiettivi equivalenti in termini di peso; oppure che, entro il 31 dicembre 2018, le borse di plastica in materiale leggero non siano fornite gratuitamente nei punti vendita di merci o prodotti, salvo che siano varati altri strumenti con pari effetto. Gli Stati membri potranno scegliere di esonerare le borse di plastica in materiale ultraleggero con uno spessore inferiore a 15 micron, fornite come imballaggio primario per prodotti alimentari sfusi. Tra due anni la Commissione Europea dovrà relazionare il parlamento e il Consiglio su due temi: l’impatto dei sacchetti in plastica oxo-degradabile (ovvero quelli in plastica con aggiunta di additivi, che per ora non sono sottoposti ad alcun vincolo specifico) e misure per limitare l’utilizzo dei sacchetti ultraleggeri, con spessore inferiore a 15 micron. Inoltre, la Commissione dovrà definire un’etichetta per i sacchetti in plastica biodegradabile e compostabile e chiedere all’ente di normazione (CEN) di sviluppare uno standard specifico per la compostabilità domestica degli imballaggi.

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