“Investimenti nella raccolta differenziata e aumento del riciclo dei materiali”. Organni spiega a La Nazione gli obiettivi e i prossimi interventi di SEI Toscana

“Investimenti nella raccolta differenziata e aumento del riciclo dei materiali”. Organni spiega a La Nazione gli obiettivi e i prossimi interventi di SEI Toscana

L’amministratore delegato di SEI Toscana, Eros Orgnanni, illustra strategie e obiettivi del gestore unico in un’intervista rilasciata al quotidiano La Nazione. Nell’articolo, a firma di Riccardo Bruni, Organni spiega le strategie che SEI Toscana intende mettere in campo nel prossimo futuro.

Partiamo dall’inizio, perché la Maremma è così indietro?

«Per raggiungere certi livelli di differenziata è necessario che ci sia una gestione che vada sopra i singoli comuni e i tanti gestori che erano presenti sul territorio. Ma fare la raccolta differenziata ha poco senso se non si capisce che è uno strumento, il vero obiettivo è riciclare le materie. Noi stiamo ragionando non tanto per raggiungere percentuali elevate di raccolta, ma di recupero delle materie e di riciclo. Avviare un percorso virtuoso che porti anche a un contenimento dei costi, perché oggi il mercato è tale che richiede acquisti di materie prime provenienti anche dalla differenziata. In provincia di Grosseto abbiamo una media del 30 per cento, noi vogliamo arrivare nei prossimi cinque anni a una percentuale di riciclo del 50».

Quali saranno i prossimi investimenti per questo obiettivo?

«Abbiamo già stanziato oltre un milione di euro per investire sui nuovi cassonetti. Li stiamo rinnovando con una campagna informativa che consente di far comprendere ai cittadini come utilizzarli. Abbiamo poi iniziato a ragionare sul porta a porta e stiamo lavorando sull’incremento di centri di raccolta e isole ecologiche. A maggio ne abbiamo inaugurata una a Massa Marittima e altre sono in progettazione per Isola del Giglio, Castiglione e Capalbio».

E sul lungo periodo, si ragiona di grandi impianti?

«Pensiamo sia preferibile una politica diversa, fatta di piccoli impianti a supporto della differenziata, per la selezione e il compostaggio. Abbiamo un nostro piano industriale che punta più agli impianti che riciclano piuttosto che ai termovalorizzatori, perché dobbiamo aumentare il riciclo e ridurre al minimo quella che deve andare in discarica o all’incenerimento».

Adesso che la gestione è passata all’Ato, in che misura i sindaci posso o intervenire per facilitare lo sviluppo di questo settore?

«I sindaci devono intervenire in un ambiente diverso rispetto a prima, che è proprio l’Ato. Noi siamo concessionari di un servizio e dobbiamo rispettare la progettazione che fa l’Ato, non abbiamo l’autonomia di decidere che tipo di prospettiva dare al territorio. Abbiamo delle idee, ma devono trovare spazio in un piano di ambito, di riorganizzazione dei servizi, che l’Ato deve ancora approvare. Confidiamo che i Comuni siano in grado di approvarlo rapidamente».

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