Intervista a Fabrizio Vigni, presidente di SEI Toscana

Arezzo, Grosseto e Siena: le tre province che compongono l’Ato Toscana Sud coprono, per estensione territoriale e per utenze servite, oltre la metà dell’intera regione ed hanno da gennaio un gestore unico. Qual è la situazione?

Da 5 mesi – vale a dire dal 1 gennaio 2014 – Sei Toscana è il nuovo gestore del servizio integrato dei rifiuti urbani nelle tre provincie della Toscana Sud. Ci aspetta un lungo cammino: per la precisione da qui al 2034, perché la concessione è di venti anni. Siamo appena all’inizio, dunque. Ma un primo bilancio possiamo già farlo. I motivi di soddisfazione sono diversi. Siamo il primo gestore unico dei rifiuti urbani in Toscana. Su scala nazionale è stata la prima esperienza di gara su un territorio così vasto, con oltre cento comuni e quasi un milione di abitanti. Con un migliaio di addetti, SEI Toscana è una delle più grandi aziende di servizi pubblici locali in Toscana; e nel settore dei rifiuti siamo tra le 10 più grandi aziende italiane. Abbiamo di fronte a noi grandi potenzialità di crescita, con opportunità di miglioramento del servizio ai cittadini, di creazione di nuovi posti di lavoro, di sviluppo di attività legate alla tutela dell’ambiente ed alla green economy. Accanto ai motivi di soddisfazione, non mancano ovviamente i problemi. Solo un ingenuo poteva immaginare che in quattro e quattr’otto, come per miracolo, tutti i problemi ereditati dalle precedenti gestioni sarebbero stati risolti, o che dal giorno dopo alla gara si sarebbero raggiunti gli obiettivi di maggiore efficienza. Sono processi che richiedono del tempo. Come non è facile far maturare una visione condivisa – un sentimento comune – tra territori spesso molto diversi, superando localismi e diffidenze. Noi stessi dobbiamo adoperarci di più per far comprendere che quella appena cominciata è una scommessa di grande valore per tutto il territorio della Toscana del sud. Così come dovremo fare un grande sforzo per avere un rapporto ancora più stretto e più diretto con tutti i Comuni, anche quelli più piccoli. Voglio anche dire, però, che nonostante la complessità dei problemi, il banco di prova di questi primi mesi mi pare sia stato superato. Abbiamo messo in mare la nave di SEI Toscana in una fase tutt’altro che semplice – dalla dura crisi economica alla frammentazione politica e istituzionale – ma nonostante il mare mosso la nave è salpata e sta prendendo il largo. Anche per questo motivo voglio ringraziare tutti i dipendenti di SEI - dagli operai ai dirigenti – che in questi mesi si sono prodigati davvero in un grande sforzo.

Il Presidente dell’Ato crede che sia stato un errore non aver compreso nel perimetro di gara anche tutti gli impianti necessari alla chiusura del ciclo integrato. Lei cosa ne pensa?

Il perimetro di gara l’ha deciso l’Ato. Giusta o sbagliata che la si ritenga, quella scelta è stata una scelta compiuta dall’Autorità di ambito e dalle istituzioni locali. Vedo che anche nel dibattito nazionale si confrontano scuole di pensiero diverse: c’è chi sostiene che le gare per l’affidamento della gestione debbano comprendere anche gli impianti, e chi invece dice che è meglio tenere separati i servizi di raccolta. Detto questo, non mi sfuggono le ragioni per le quali riunificare la gestione di tutte le attività renderebbe il sistema sicuramente più semplice e funzionale. Ma ogni eventuale decisione in tal senso non dipende da noi, dipende in primo luogo dall’Ato e dai Comuni.

Negli ultimi tempi si è discusso molto del corrispettivo e dei costi del servizio, accollando a SEI le responsabilità di presunti aumenti

Ne ho lette e ascoltate di tutti i colori. Una sarabanda di inesattezze e demagogie. Di fronte alle quali è bene tornare a ripetere come stanno le cose. Primo: è il bando di gara che determina i criteri, i parametri e gli standard in base ai quali viene determinato il corrispettivo del servizio, seguendo quanto stabilisce la legge nazionale che prevede la copertura totale del costo. E a determinare il corrispettivo è l’Ato, non SEI Toscana. Così come a ripartire il costo del servizio tra i comuni è sempre l’Ato. Noi abbiamo il compito di rispettare il bando di gara e l’offerta che abbiamo presentato, cercando ovviamente di migliorare sempre più l’efficienza della gestione. Secondo: non essendo stato ancora possibile arrivare a stabilire il corrispettivo definitivo del servizio, perché è una operazione oggettivamente complessa, la gestione del servizio è avvenuta sulla base di un corrispettivo provvisorio. Il 19 dicembre 2013 l’assemblea dell’Ato aveva deliberato un corrispettivo provvisorio di 104 milioni. Il 24 dicembre, davanti ad un notaio, l’Ato aveva firmato con SEI Toscana un accordo integrativo al contratto di servizio, con l’importo di 104 milioni. Atti deliberati e sottoscritti, nero su bianco. Poi comincia la sarabanda e, a febbraio, con un atto unilaterale l’assemblea dell’Ato stabilisce che SEI Toscana può cominciare a fatturare ai Comuni, ma solo per una quota mensile corrispondente ad un valore annuale di 96 milioni e non più di 104 milioni. E’ evidente che questa situazione ha messo SEI Toscana in una situazione difficile, perché non garantisce la copertura dei costi e l’equilibrio economico-finanziario. Ciò nonostante, con grande senso di responsabilità, abbiamo finora cercato di farci carico per quanto possibile del problema e di aprire un tavolo di confronto con l’Ato per individuare possibili soluzioni. Ma è evidente che si deve arrivare al più presto – l’Ato si è impegnato a farlo entro il 30 giugno – a stabilire un corrispettivo definitivo e certo. Voglio anche ricordare che per l'anno in corso sono già previste attivazioni di nuovi servizi che ammontano complessivamente a 2 milioni e 604mila Euro, di cui oltre 1 milione destinati ai servizi porta a porta, e che è già stato approvato un piano di investimenti per la realizzazione e sistemazione delle infrastrutture sul territorio, dai centri di raccolta ai cantieri, che per il 2014 prevede investimenti per oltre 4 milioni.

Qual è l’auspicio per il futuro?

SEI Toscana deve gestire un territorio molto articolato che ha avuto finora forti diversità al suo interno per quanto riguarda l’efficienza dei servizi, la presenza di impianti di trattamento, i livelli di raccolta differenziata. Quest’ultima è mediamente ancora sotto il 40% e si smaltiscono ancora troppi rifiuti in discarica. L’obiettivo è di raggiungere una progressiva integrazione territoriale, organizzare un servizio adeguato ad incrementare la raccolta differenziata ed il recupero di materia raggiungendo gli obiettivi previsti dal piano regionale (70% di raccolta differenziata) e dalla direttiva europea (almeno il 50% di riciclo). Tutto ciò ci permetterà di giungere ad una progressiva riduzione dello smaltimento in discarica, privilegiando invece il recupero di materia e di energia. Un compito non semplice ma sicuramente legato a grandi opportunità di sviluppo per il territorio nell’ambito della green economy, di cui le filiere industriali legate alla gestione dei rifiuti sono una parte importante.

Close Logout Cerca Facebook Instagram You Tube Twitter X Linkedin