L’Italia è ancora sopra la media europea per produzione di rifiuti ma in linea per riciclo e compostaggio

Ogni italiano nel 2014 ha prodotto 488 kg di rifiuti, 13 in più rispetto alla media europea di 475 kg pro-capite. Sono gli ultimi dati del rapporto Eurostat, pubblicati a marzo, che indica un calo del 10% rispetto al picco registrato nel 2002 (con 527 kg pro-capite) ed un costante trend di decrescita dal 2007. Nel rapporto statistico europeo sono considerati i rifiuti urbani, costituiti in gran parte dai rifiuti prodotti dalle famiglie, ma possono comprendere anche le quote di rifiuti assimilati prodotti da piccole imprese che variano da comune a comune e da paese a paese, a seconda del sistema di gestione dei rifiuti locale. Non sono invece considerati i rifiuti agricoli e gli speciali. In linea di principio, i dati sui rifiuti urbani trattati si riferiscono solo alle quantità gestite all'interno dello Stato membro, e non tengono conto dei rifiuti esportati per il trattamento; in alcuni casi (mancanza di un sistema di raccolta, deposito temporaneo, doppi conteggi a causa di due o più fasi di trattamento, esportazioni e/o importazioni) la quantità di rifiuti prodotti e trattati è stimata. Utilizzando questi criteri dal rapporto Eurostat risulta che i maggiori produttori di rifiuti urbani sono i danesi, con 759 kg pro-capite, mentre i più virtuosi sono i romeni, con meno di 300 kg a testa, assieme ai polacchi e ai lettoni. Sul fronte della gestione, poco meno del totale dei rifiuti prodotti per ogni cittadino europeo è stata avviata a riciclo o compostaggio (inteso come trattamento aerobico ed anaerobico dei rifiuti biodegradabili): il 44% sono stati riciclati (28% avviati al riciclo, 16% a compostaggio), 27% ad incenerimento e il 28% smaltiti in discarica, con una sostanziale divergenza tra i vari Paesi Ue. Tuttavia, riporta l’istituto europeo di statistica, “la quantità di rifiuti municipali riciclata o compostata in Ue è aumentata stabilmente nel tempo, passando dal 17% del 1995 al 44% del 2014”. Rispetto alla media europea – secondo i dati Eurostat – l’Italia non solo produce più rifiuti, ma ne invia di più in discarica (34%) e meno all’incenerimento (21%); è invece nella media per i rifiuti avviati a riciclo (28%) e sopra la media per il compostaggio (18%). Per riciclo e compostaggio in testa alla classifica si trovano Slovenia (49%) e Germania (47%), ma l’ordine s’inverte se si considerano assieme i due trattamenti: 64% i tedeschi e 61% gli sloveni, seguiti da belgi (55%) e olandesi (51%). Se si considerano accoppiate le percentuali di riciclo e compostaggio anche l’Italia con il 46%, si colloca al di sopra della media Ue del 44%. Più della metà dei rifiuti prodotti è destinata ad incenerimento in Estonia (56%), Danimarca (54%), Finlandia e Svezia (entrambe al 50%). Ancora molti sono infine i paesi sopra la media UE per lo smaltimento in discarica, che secondo la gerarchia europea della direttiva sui rifiuti dovrebbe essere all’ultimo posto. Sono 17 i paesi sopra la media europea del 28%, con la Lettonia che smaltisce la quasi totalità dei rifiuti in discarica con il 92%, ma è in buona compagnia con altri quattro paesi sopra l’80% : Malta (88%), Croazia (83%) Romania (82%) e Grecia (81%). Cinque paesi hanno invece già raggiunto l’obiettivo di rendere residuale la discarica, smaltendo solo l’1% dei rifiuti prodotti: Olanda, Belgio, Danimarca, Germania e Svezia.

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