Aziende bloccate Il riciclo rifiuti è a rischio

Le attività di riciclo dei rifiuti in Italia rischiano il blocco a causa dell’emergenza Coronavirus. Il Consorzio nazionale imballaggi (Covai) ha scritto ufficialmente a Governo e Protezione Civile lanciando l’allarme. Il problema è a un passo da esplodere. Il blocco di molte attività economiche ha infatti determinato una crescente difficoltà per l’avvio a recupero di materiali provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Molte industrie del riciclo adesso sono chiuse e non ritirano materiali (metalli, legno, plastiche). Altre hanno crescenti problemi logistici e di trasporto (carta). Per non parlare delle filiere che mandano all’estero materiale riciclabile, ora che l’esportazione è bloccata. Il riciclo della plastica è fermo per la mancanza di sbocco degli scarti del riciclo (plasmix) nei cementifici e nei termovalorizzatori. Il problema quindi non sta in fase di raccolta. In tutta Italia i gestori dell’igiene urbana stanno garantendo la raccolta differenziata dei rifiuti, pur tra mille difficoltà. Il problema più serio sta a valle, nelle filiere industriali di riciclaggio. L’Italia ricicla moltissimo (il 50% dei rifiuti urbani e il 65% di quelli speciali) e l’effetto della crisi può essere drammatico sull’intero sistema di gestione dei rifiuti. Il nostro Paese non dispone di impianti di smaltimento sufficienti per gestire un’improvvisa riduzione dell’avvio a recupero. In questa situazione, il ministero dell’Ambiente deve definire un provvedimento orientato a consentire a Regioni e Comuni una maggiore flessibilità. Ma questa crisi è anche l’occasione per riflettere su un problema più generale. Il sistema di gestione dei rifiuti, in un Paese moderno, non è solo un asset industriale e ambientale; è un punto centrale della sicurezza nazionale e lo si vede chiaramente in questi giorni di emergenza sanitaria. Come appare chiaro oggi, economia circolare vuol dire collocare sul mercato quote enormi di rifiuti, oltre due terzi. Raccolta e ritiro dei rifiuti sono un servizio primario ed essenziale, non interrompibile, neanche in situazioni di crisi. Ecco perché le politiche nazionali devono garantire al sistema alti livelli di “sicurezza”, con un’adeguata riserva di impianti di smaltimento finale.

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